Fermo, prestigiosa città storica che sorge a due passi dal mare, dal gusto classico dove ognuno è protagonista.

Ultimi post dal magazine
Top

Oratorio di Santa Monica e Chiesa di Sant’Agostino

Nel quartiere di Campoleggio a Fermo si trovano l’Oratorio di Santa Monica, in stile Gotico, e la Chiesa di Sant’Agostino, che risale al XIII secolo.

Ascolta l'audiodescrizione

Costruito tra il 1423 e il 1425 per volere di Giovanni di Guglielmo da Fermo, come recita una lapide posta all’esterno dell’edificio, questo piccolo luogo di culto fu inizialmente dedicato ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista. Al suo interno un importante ciclo di affreschi in stile tardo gotico con le storie degli omonimi Santi che si intrecciano con alcune immagini votive, come la Vergine di Loreto e una Madonna col Bambino di autore incerto.

L’Oratorio di Santa Monica

Nell’articolato contesto urbano di Fermo il quartiere di Campoleggio rappresenta senza dubbio uno dei rioni di maggiore interesse con le sue testimonianze artistiche romane, medievali e rinascimentali che, a distanza di secoli, ancora documentano la vitalità economica e le attente scelte di quanti vi hanno abitato.

Fra queste emergenze artistiche spicca l’Oratorio di Santa Monica che conserva al suo interno un importante ciclo di affreschi tardo-gotici, restaurati grazie alla determinazione della Confraternita proprietaria dell’Oratorio dal 1825.

Come recita una lapide a caratteri gotici murata sulla facciata, la costruzione venne realizzata fra il 1423 e il 1425 da Giovanni di Guglielmo da Fermo. La semplice struttura architettonica manifesta i tratti più tipici del gotico misurato e composto che caratterizza l’architettura locale tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV: la semplice facciata a capanna è coronata da una sequenza di archetti pensili in laterizio, che incorniciano dei bacini ceramici realizzati da una manifattura centro-italiana del tempo; più in basso correva una teoria di santi in maiolica smaltata dai colori vivaci, oggi ridotta a pochi frammenti.

La severa porta d’accesso era un tempo sormontata da un pinnacolo in laterizio culminante in una statua del Battista in pietra policroma, oggi conservata all’interno dell’oratorio; degne di nota sono anche le eleganti volute fitomorfe in terracotta a ornamento delle piccole monofore che danno luce all’interno del tempio.

Gli affreschi dell’Oratorio di Santa Monica

L’Oratorio di Santa Monica, a forma quadrangolare con copertura a vela, venne ornato intorno al 1430 da un ciclo di affreschi che, per consentire il risanamento delle strutture murarie, sono stati strappati dalle pareti circa venti anni fa. Soltanto nel 1995 sono tornati nella loro sede originaria, dopo essere stati consolidati e restaurati.

L’attribuzione di questi affascinanti affreschi costituisce ancora un intrigante problema per gli storici dell’arte. Pasquale Rotondi (1936) li assegnava ai fratelli Salimbeni, riferimento accolto da vari studiosi, finché lui stesso nel 1962 li attribuì al maestro della Beata Serafina notando un’affinità con lo stile di Alberto Alberti.

Fabio Bisogni, in un articolato intervento, notava invece delle analogie con le figurazioni di Giacomo di Nicola da Recanati Montepulciano, riferimenti accolti anche da Andrea de Marchi.

Va infine ricordata un’ipotesi avanzata da Federico Zeri, secondo il quale l’autore del ciclo di Santa Monica sarebbe un artista di origine pesarese, attivo anche in area campana.

Pur nell’anonimato, questi affreschi rappresentano comunque un’importante testimonianza del momento di transizione dallo stile ornato e fastoso caro ai maestri tardo-gotici a quello più realistico e spazialmente coerente del primo rinascimento. La seducente grazia cortese di talune figure, con quelle che partecipano al “Banchetto di Erode”, si unisce alla severa impaginazione di altri episodi, come nel “San Giovanni a Patmos” o nella “Predica del Battista”, pervasi da un’atmosfera di grande concentrazione emotiva.

La parete di fondo dell’Oratorio, priva di affreschi, accoglie oggi un imponente Crocefisso in legno policromo, dalla plastica potente, risalente alla seconda metà del XV secolo.

Si può quindi affermare che gli affreschi dell’Oratorio di Santa Monica, insieme a quelli dell’attiguo tempio di S.Agostino, costituiscono per la città di Fermo un considerevole patrimonio di arte e di cultura e per i visitatori: un’occasione per meglio conoscere le bellezze artistiche del Piceno.

Ascolta l'audiodescrizione

Costruita a partire dal 1250 per volere dell’ordine eremitano fu ampiamente rimaneggiata in varie epoche, fino al 1738 anno in cui la Chiesa assunse l’attuale aspetto. Al suo interno gli affreschi realizzati in secoli diversi restituiscono l’evolversi dello stile pittorico di scuola giottesco-riminese, fabrianese e bolognese. La sua storia si lega al Reliquiario della Sacra Spina della corona di Gesù Cristo, trafugato dai fermani nel 1377 alla città di Sant’Elpidio a Mare.

La Chiesa di Sant’Agostino

La Chiesa di Sant’Agostino, risalente alla metà del XIII secolo, è di fondazione romanico-gotica; trasformata nel 1360, fu successivamente modificata. Presenta un’alta facciata a due ordini preceduta da una scalinata. Resti della costruzione primitiva sono visibili sul fianco destro.

La struttura architettonica della Chiesa

Nell’atrio sono presenti un affresco del 1300, raffigurante Natività, uno risalente ai primi anni del 1400 che rappresenta la Madonna col Bambino e santi.

L’interno (XVIII sec.), una navata unica a croce latina, è reso particolarmente interessante dagli affreschi (seconda metà del sec. XIII, XIV e XV) che si sviluppano sulle pareti. Il pavimento, rialzato di circa tre metri rispetto alla costruzione romanica, lascia intravedere la struttura della chiesa gotica.

Gli affreschi della Chiesa di Sant’Agostino

Vicino all’ingresso della Chiesa, a destra, troviamo la Madonna col Bambino e i Santi Agostino, Antonio Abate e Antonio da Padova.

Dietro il secondo altare a destra possiamo ammirare in basso gli affreschi duecenteschi con Santi, Madonna col Bambino, altra Santa, Madonna della Pace; in alto affreschi del 1300 con la Crocifissione, i Santi Pietro e Paolo e, sopra, l’Annunciazione.

A destra del presbiterio si trovano alcuni frammenti del 1300 e del 1400 raffiguranti l’Eterno e Santi. A sinistra, nell’ambiente che anticamente costituiva la cappella, troviamo altri affreschi della seconda metà del 1300, tra cui in alto la Madonna della Misericordia e Santi e in basso Annunciazione, Crocifisso, Padre Eterno e due Santi; accanto al braccio sinistro del transetto, Annunciazione e Sposalizio della Vergine (1400). Lungo la parete di sinistra, al primo pilastro Santi (1400) e al successivo la quattrocentesca Madonna col Bambino e Santi; dietro il secondo altare l’affresco trecentesco con la Dormitio Virginis. Seguono altri affreschi del 1400.

Nella Cappella della Spina (braccio sinistro del transetto) c’è un reliquiario gotico con la Sacra Spina, secondo la tradizione una delle spine della corona di Gesù: si trovava a Sant’Elpidio, ma venne trafugata e trasferita nel 1377 a Fermo.

gallery

You don't have permission to register