Il Museo Diocesano di Fermo è ubicato a fianco della Cattedrale, quasi un suo ideale prolungamento, nei locali dell’Oratorio e pertinenze dell’estinta Confraternita del Suffragio.
Le opere conservate all’interno del Museo Diocesano sono infatti frutto di una selezione di quelle conservate nel Tesoro della Cattedrale stessa, con l’aggiunta di altre provenienti dall’Arcivescovado, da chiese di Fermo e dalla Arcidiocesi.
Nei locali del museo sono esposte testimonianze di un arco di tempo che dall’arte paleocristiana giunge fino agli inizi del ‘900, ripercorrendo le diverse fasi costruttive della Chiesa, la presenza di insigni vescovi, i rapporti con il papato, la liturgia, la devozione.
Poiché le suppellettili, gli arredi, i dipinti, i paramenti hanno sempre un preciso riferimento al culto cristiano nei molti secoli di storia e hanno impresse le norme delle diverse riforme liturgiche, spesso risultano di difficile interpretazione: non è immediato coglierne il valore, il significato, l’uso. Ciò ha indotto a organizzare un’esposizione per tipologie omogenee, seguendo poi, all’interno di ognuna di esse, epoche e stili. Le sezioni più ampie sono la Sala dell’Argenteria (Raffaelli) e le Sale dei Paramenti sacri dal ‘600 agli inizi del ‘900.
Collocazione particolare, nel Museo Diocesano di Fermo, è riservata alla Casula di San Tommaso Becket, frutto dell’arte tessile di origine araba datata 1116. Fu donata alla Chiesa fermana dal vescovo fermano Presbitero, che l’aveva avuta in dono da San Tommaso quando erano compagni di studi a Bologna.
La Quadreria si dispiega in due sale e raccoglie opere di celebri artisti: Marino Angeli, Vittore Crivelli, Carlo Maratta, Pomarancio, Corrado Giacquinto, Hayez, Luigi Fontana.
All’ingresso nella prima grande sala è raccolta la parte più cospicua del Tesoro della Cattedrale di Fermo: il Messale De Firmonibus,miniato nel 1436 da Ugolino da Milano; un messale miniato del XIII secolo; la stauroteca di Pio III; il pastorale in tartaruga e madreperla dono di Papa Sisto V; il monumentale ciborio in bronzo dei fratelli Lombardi-Solari del XVI secolo.