La Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”, meta ambita da ricercatori e studiosi di tutto il mondo, conserva codici riccamente miniati, edizioni a stampa rarissime, un fondo grafico inesauribile. Complessivamente le collezioni comprendono circa 3000 manoscritti che includono 127 codici e 11 corali, 300.000 documenti, tra i quali sono disponibili più di 800 testate di riviste storiche, 5.000 disegni e 6.500 incisioni, monete, sigilli, 681 incunaboli, oltre 15.000 edizioni del Cinquecento, 23.000 edizioni in miscellanea, numerosissimi esemplari del 1600 e 1700 e stampati musicali.
Rispetto al nucleo originario costituito dal lascito del patrizio fermano Paolo Ruffo, il patrimonio librario si è arricchito notevolmente nel corso dei secoli, grazie a donazioni e acquisti che hanno permesso la costituzione di quel prezioso fondo antico che fa della Comunale di Fermo una delle biblioteche più prestigiose e rilevanti del centro Italia.
Il fondo più importante è quello intitolato a Romolo Spezioli (1642-1723) che, grazie all’influenza del Cardinale Azzolino, divenne medico di fiducia della Regina Cristina di Svezia.
Nel 1705 il Cardinale donò principalmente opere rare di medicina e dopo la sua morte tutte le collezioni in suo possesso per lascito testamentario. Nei secoli la Biblioteca ha continuato a raccogliere documenti di medicina ed oggi è referente autorevole a livello internazionale negli studi storici sulla materia.
Il 1860 segna una ripresa delle acquisizioni fra cui le collezioni dei fratelli Raffaele e Gaetano De Minicis non solo librarie, ma di interesse, epigrafico, numismatico, artistico, fra cui circa 15.000 volumi di archeologia.
Fra le donazioni novecentesche si annoverano le raccolte librarie Filoni, Maranesi e Gigliucci, alle quali vanno aggiunte le opere a stampa e i disegni di proprietà dell’architetto fermano Giovanni Battista Carducci (1806-1878), che oggi costituiscono la quasi totalità del fondo speciale di Stampe e Disegni. Le più recenti e rilevanti acquisizioni in ambito letterario e musicale provengono dalle biblioteche di Alvaro Valentini e Firmino Sifonia.
Della raccolta grafica fanno parte alcuni taccuini del XVI secolo di cui uno attribuito a Cola dell’Amatrice e uno a Giovanni Antonio Dosio e sono più di di 1000 i disegni di Fortunato Duranti.
Il documento più antico conservato è il manoscritto n. 16, un codice membramenaceo del X secolo contenente trattati di Retorica.
Inoltre, fra i tanti gioielli della raccolta bibliotecaria, ricordiamo un incunabolo di cui la Biblioteca è tornata in possesso ad alcuni anni dal furto. Si tratta dell’editio princeps della lettera scritta nel 1493 da Cristoforo Colombo al regio tesoriere di Spagna Gabriele Sanchez per informarlo della sua scoperta, della quale sono noti pochissimi esemplari. Degno di nota, inoltre, il Libro delle Ore (XV sec) presumibilmente appartenuto a Cristina di Svezia.