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Il Carnevale di Fermo: storia e curiosità sul filo delle marionette

Il Carnevale di Fermo: storia e curiosità sul filo delle marionette

Può capitarti, nei giorni che si avvicinano a Carnevale, di camminare per le vie di Fermo e imbatterti improvvisamente in uno strano personaggio: testa grossa, niente barba ma folte ciglia, nasone adunco, zigomi sporgenti, orecchie ad ansa e occhi tondi tondi, quasi allucinati.

Addosso, un corpetto rosso fiammante con bottoni di metallo, una giubba di panno scuro, calzoni corti, scarpe nere con grosse fibbie.

Si, confermiamo: sembra proprio piombato qui da un’altra epoca. L’ ‘800 per la precisione.

Lui è Mengone Torcicolli. E vederlo in giro per la città significa solo una cosa: inizia ufficialmente il Carnevale fermano.

Mengone Torcicolli: la maschera del Fermano che racconta “il marchigiano”

Tutti noi conosciamo Arlecchino e Pulcinella, Pantalone e Colombina, Brighella e Balanzone.
Sono i protagonisti del Teatro di Burattini e Marionette intorno al quale si sono sviluppate famose scuole e compagnie (quella napoletana, quella bergamasca, quella emiliana e altre ancora).

Quello che forse in pochi sanno, però, è che anche nelle Marche, precisamente nel piccolo paese di Monte San Pietrangeli nel fermano, in quegli stessi anni, nasceva un gruppo di Teatro di Marionette che rimarrà il punto di riferimento negli anni per il Carnevale di Fermo.

La sua storia inizia con Pacifico Quadrini, uomo dalla grande arte costruttiva che dopo aver fatto parte dell’Armata Napoleonica, aveva deciso di tornare al suo paese natale, Monte San Pietrangeli. Qui, aveva stretto amicizia con Benedetto Audiberti, grande appassionato di Marionette e proprietario di un piccolo teatro. Affascinato dal quel mondo così particolare, fatto di fissità e sospensione, disincanto, corpi rigidi che si risvegliano in movimenti vivi, Quadrini aveva deciso di costruire anche lui un piccolo teatro e buttarsi in questa nuova avventura.

La svolta è arrivata però dall’incontro con Andrea Longino Cardinali, letterato e grecista di grande fama che rimase colpito dalla magia delle Marionette e si entusiasmò al progetto.

Ed è proprio Cardinali che ha dato vita al personaggio di Mengone Torcicolli e lo ha trasformato nel protagonista delle sue commedie.

Mengone è stato contadino, servo, castaldo, deputato della comunità, priore, pastore, carceriere e giardiniere. E in ogni rappresentazione di lui è emerso il carattere comico, originale, divertente, e l’aspetto semplice e rustico. Insomma, Mengone è quel tipo di persona che qui, nelle Marche, ci piace definire un “bonaccione”. Furbo e astuto si, ma ancora di più remissivo e burlevole.

E forse è proprio in questo che dobbiamo ricercare la fortuna che questa maschera fermana ha avuto: il Cardinali ha fatto di Mengone un personaggio che incarna le vere caratteristiche della stirpe marchigiana, trasformandolo da maschera a personaggio schietto e reale.

La fortuna di Mengone Torcicolli nelle commedie di Andrea Longino Cardinali

Sono 10 le commedie in cui Andrea Longino Cardinali ha fissato le avventure di Mengone, tutte attualmente conservate nella Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata

• La sposa rassegnata
• Don Giovanni Tenorio
• La schiavitù di Scutari
• La finta cameriera
• Il Feudatario
• L’innocenza in periglio
• I veri amanti
• La famiglia riunita
• La metamorfosi di Rogantino
• Il collegio degli orfanelli

Mengone Torcicolli divertì il suo pubblico dal 1816 al 1859 e ne incontrò il consenso anche al di fuori di Monte San Pietrangeli. Documenti dell’epoca testimoniano spettacoli fatti a Fermo, Jesi, Fabriano, Macerata, Montolmo (attuale Corridonia), Camerino, Mogliano, Tolentino, Sant’Elpidio a Mare, Santa Vittoria in Matenano e altre piccole località del nostro territorio.

Il carnevale fermano: ecco come rivive la tradizione di Mengone Torcicolli

Da alcune locandine risalenti alla fine del XIX° secolo, sappiamo che al Teatro dell’Aquila di Fermo si svolgevano veglioni e programmi musicali ideati espressamente per il Carnevale.

Fino alla fine degli anni ’50 del ‘900 la tradizione dei veglioni rimase viva, grazie soprattutto agli studenti delle Scuole Superiori che ogni anno ideavano e proponevano festose iniziative carnevalesche. Fino a quando le ristrettezze economiche non li costrinsero ad abbandonare tutto.

Nel 1984 le Contrade della “Cavalcata dell’Assunta” riproposero l’idea del Carnevale, all’inizio soltanto con il

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tradizionale veglione ed in seguito, dal 1990, con un programma di eventi che ruotano intorno ad una festosa idea di origine medioevale: il breve regno di Re Carnevale.

E indovinate chi ricomparve come aiutante del Re Carnevale? Già proprio lui: il nostro Mengone Torcicolli!

La leggenda racconta che Re Carnevale era un uomo di così buon cuore che permetteva a tutti di entrare nel suo palazzo per mangiare e

bere a volontà. I sudditi, però, ne approfittarono e lo costrinsero a non uscire più dal palazzo. A questo punto il re decise di iniziare a mangiare fino a sentirsi male. Sua sorella Quaresima cercò quindi di approfittare della situazione per togliergli il trono. La sera del martedì Re Carnevale morì e sua sorella prese il potere.

Il Carnevale di Fermo tra i 26 eventi storici d’Italia

Il lavoro di recupero delle maschere storiche e delle tradizioni del territorio è valso al Carnevale di Fermo il riconoscimento da parte del Ministero della Cultura di “Carnevale Storico”. Unico carnevale nelle Marche, dopo Ascoli Piceno e Fano, a ricevere questo riconoscimento.

Questo anche grazie al coinvolgimento corale di Scuole, Contrade e Associazioni che vedono nel Carnevale un momento di festosa aggregazione, dove darsi da fare tutti insieme all’insegna della partecipazione.

Prima delle restrizioni Covid, la tradizione prevedeva la creazione di Carri Allegorici e Gruppi Mascherati appositamente ideati e creati tutti sul posto proprio per l’occasione.

Il percorso per la sfilata dei carri è studiato per favorire l’abbattimento del confine tra attori e spettatori. i Carri e i Gruppi che partecipano alla sfilata non percorrono una strada che da un punto li conduce ad un altro punto, ma girando su se stessi tornano indietro sullo stesso percorso incrociando altri carri e stringendosi l’uno all’altro e con il pubblico che partecipa alla festa.

Carnevale di Fermo 2022: iniziative e programma

In questa edizione 2022 Fermo alza il sipario già venerdì 18 febbraio con la presentazione del Carnevale a cura di Marco Renzi, con la consegna delle chiavi da parte dei sindaci di Fermo e Porto San Giorgio ai rispettivi Re Carnevale nel Gabinetto del Sindaco a Palazzo dei Priori.

La festa prosegue poi domenica 20 febbraio con lo spettacolo I tre Porcellini al Teatro Comunale di Porto San Giorgio e giovedì 24 febbraio con il Teatro di Mangiafuoco – ovvero le avventure di Pinocchio al Teatro dell’Aquila di Fermo.

Domenica 27 febbraio in Piazza del Popolo a Fermo arriva il tanto atteso Mengone Torcicolli in uno spettacolo unico con le marionette a filo a seguire Musica Live con la Band After Eight.

Lunedì 28 febbraio al Teatro dell’Aquila spettacolo di light dance: danza aerea, giochi di luce e giocoleria con attrezzi luminosi. Si finisce Martedì 1 marzo, al Teatro Comunale di Porto San Giorgio con All’incirco varietà, circo teatro a suon di comicità, magia e…follia!

 

PER INFO E PRENOTAZIONI
Prenotazione per spettacoli al Teatro dell’Aquila del 24 e 28 febbraio: Biglietteria del Teatro 0734.284295 (accesso con super green pass a partire dai 12 anni e mascherina FFP2 dai 6 anni)

Informazioni: Proscenio Teatro 335.5268147

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